Marty McFly è arrivato!

date-back-to-the_future21 ottobre 2015: Marty McFly arriva dal passato nella sua Hill Valley. E’ uno di quegli avvenimenti che chiunque ha una sua piccola cultura cinematografica popolare, ha stampato nella mente. Il secondo capitolo della saga di Ritorno al Futuro, tanto famosa e acclamata quanto quella di Star Wars (ma meno nerd) e Indiana Jones. Tutti e tre delle perle degli anni ’80, quando in America si faceva il vero cinema cult. Nel 1989 esce il secondo capitolo, che ci fa ritrovare i nostri eroi dove li avevamo lasciati: nella Hill Valley dell’85, subito dopo essere tornati da un viaggio nel 1955. Da lì Marty, Emmett Brown e Jennifer Parker, fanno un salto di 30 anni nel futuro (come prima ne fecero uno di 30 nel passato), arrivano proprio oggi: 21 ottobre 2015.

Ritorno al Futuro è uno dei pochissimi film, in cui si parla di viaggi nel tempo, che ha segno così tanto la storia della cinematografia o della cultura popolare in generale. E di fatti è l’unico di cui ci freghi qualcosa di ricordare questa data: tanto che un gruppo di fan americani ha raccolte firme da presentare ad Obama, per far diventare il 21 ottobre festa nazionale…
Il primo capitolo di questo must watch arriva nelle sale nel 1985, dopo un’intuizione del regista Robert Zemeckis. L’idea del passato che ritorna e che, se modificato, mette nei guai micro e macrostoria personale e collettiva sembra essere un’ossessione ricorrente di Hollywood (come prova Coppola con “Peggy Sue si è sposata”), ma anche nella letteratura americana post ’68 che vorrebbe rimuovere il fantasma del Vietnam e della sconfitta ritornando all’epoca dorata di “Happy Days”. Steven Spielberg coglie subito nel soggetto di Zemeckis e Gale l’aspetto originale che si proiettava verso una nuova generazione di spettatori: figli e nipoti di Marty, adolescenti che in Michael J. Fox potevano riconoscersi ma anche farne un idolo. A lui, poi, viene affiancato Christopher Lloyd, una sorta di spalla un po’ genio e un po’ buffone.

futurehillvalley-590x330Il film costa 19 milioni di dollari, ma ne incassa solo in America 200 milioni. Un successo stratosferico che convince cast e produzione a replicare il progetto. Ci si mette quattro anni per scrivere una sceneggiatura che tenga il confronto con la prima e girare il tutto: il risultato è un secondo capolavoro. Marty passa dal 1955, dove ogni suo passo può cambiare il futuro, al 2015, un futuro che lui poi dovrà cambiare nel passato. Il terzo capitolo proiettato nel far west vede la luce un anno dopo, nel 1990.

Da fan della pellicola, però, rimane un po’ di delusione nel vedere che il 2015 di Marty McFly era piuttosto più interessante del nostro (nonostante un sospiro di sollievo per il fattore “moda”, dove ci è andata decisamente meglio). Nel 2015 immaginato da Zemeckis le auto volavano e venivano alimentate a rifiuti; gli skateboard si sollevavano da terra; i vestiti si autoascigavano e si adattavano alla corporatura; fuori dai cinema non c’erano più le locandine ma ologrammi animati. Una serie di visioni che non si sono avverate, anche se molte di queste – forse – non sono un qualcosa di così lontano.
Ma a rimediare arrivano i fan o la stessa Universal, che in onore di questa data hanno rilasciato video commemorativi, come il trailer de Lo Squalo 19

o la pubblicità dell’hoverboard di Ritorno al Futuro prodotto dalla Lexus:

Ora, comunque, l’attesa è finita. Per noi, in una piovosa Hill Valley completamente diversa da quella degli anni ’80, sta arrivando Marty McFly per salvare suo figlio dal pestaggio del futuro Biff (Griff) e dall’essere – comunque – un tonto.  Per concludere, possiamo farci due risate con questa parodia di Junkee.com su Ritorno al Futuro vs Reality:

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