Primer

PRIMER-posterMh…ecco…beh…da dove partire a parlare di questo film? Diciamo subito le cose più facili: è un film totalmente indie del 2004, è stato presentato al Sundance Festival dello stesso anno (la maratona dei film indie) dove si è aggiudicato il gran premio della giuria per il miglior film drammatico, ed è stato sceneggiato, diretto, prodotto e interpretato da (tale) Shane Carruth, noto a tutti per…aver fatto questo film e stop. Ok, questa era la parte facile, perché il film, oltre a essere molto bello, è un trip senza fine. Avverto subito: la recensione che segue contiene spoiler o più che altro una spiegazione del film, per quanto possibile. Quindi se non volete spoilerarvi nulla vedetelo e poi magari tornate…consiglio la visione con un block notes e una penna sotto mano, altrimenti è veramente improbabile da affrontare. Via con la trama in sintesi.

Due giovani ingegneri Aaron (il regista/produttore ecc…) e Abe (David Sullivan, che wikipedia se cliccate sul nome vi manda a un David Sullivan diverso da questo), lavorano per una ditta informatica e la sera si ritrovano nel garage del primo per creare qualcosa di personale e farci i soldoni (Jobs e Gate docet). Tentando di costruire qualcosa di strano che dovrebbe abbassare la massa delle cose (mi pare di aver capito) con materiali di riciclo, realizzano una mini macchina del tempo. Scoperta la cosa, Abe, fa ne realizza una più grande e fa un primo viaggio nel tempo, nel quale avverte l’amico Aaron della scoperta. Ogni viaggio nel tempo crea una nuova time line, modificata rispetto alla precedente. La coppia parte con l’idea di fare soldi investendo su azioni di cui già conoscono i risultati, ma la tentazione di intervenire anche sulla propria vita è forte e la cosa porterà conseguenze non da poco.

Time_Travel_Method-2.svgDalla trama pare tutto abbastanza semplice, se non fosse che il viaggio nel tempo presentato nel film è abbastanza diverso dalle normali convenzioni cui siamo abituati. Non c’è una Delorean che ci riporta indietro nel tempo, ne una cabina blu capace di viaggiare nello spazio e nel tempo. C’è una macchina che viene accesa in un punto A (per facilitare diremo alle 9 di mattina), mentre i viaggiatori del tempo vi entrano in un punto B (diciamo 6 ore dopo, quindi alle 15 dello stesso giorno) e vi rimangono all’interno per 6 ore per tornare al punto A. Sei ore di attesa fra l’accensione e l’ingresso, sei ore all’interno per tornare indietro delle stesse 6 ore. In pratica all’interno della macchina il tempo viaggia alla stessa velocità, ma al contrario. Il punto A, oltre ad essere il momento di accensione è anche il punto di arrivo, per questo per l’accensione viene messo un timer di 15 minuti, utili a chi ha acceso la macchina per allontanarsi e non incontrare il suo doppio. Il funzionamento, però, implica che ci sarà un momento in cui i viaggiatori staranno aspettando le 6 ore per entrare nella macchina, ma nel frattempo ne sono già usciti. Per questo motivo i due protagonisti una volta accesa la macchina si chiudono in un albergo fino al momento di entrare nella scatola. Via con il primo schema.

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Il film si svolge in 5 giorni, dal 21 settembre 2002 al al 25 settembre 2002, ovviamente senza specificare mai in quali giorni avvengano le scene. Tornando indietro nel tempo i due creano complessivamente 9 differenti linee temporali e qui la cosa inizia a farsi complicata. Per questo ho preparato questo secondo schema, che spero possa far capire qualcosa dello svolgimento del film. Buon divertimento!

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Conclusioni: il film è bello e ben realizzato, nonostante si veda sia molto low budget. Il tutto conferma che si possono fare film davvero belli senza spendere milioni di dollari per effetti speciali e roba varia, ma la prima cosa che conta nel cinema sono le idee. L’assenza di spiegoni, o di schiaffi in faccia al pubblico poco attento, in genere sono un elemento positivo, perché se devi trattare il pubblico come un’idiota o se il tuo target è quello allora è meglio lasciar stare la cinematografia. Qui un minimo di spiegazione, anche fossero state solo delle scritte con le date in cui si svolgevano gli eventi, avrebbero fatto molto comodo…ma perdere la testa e visitare ogni sito e blog per capire come sono andate le cose, fa parte della bellezza del film e ci sta bene. Film da vedere, se avete la pazienza di spremervi le meningi e se non fate parte del target “pro inutile spiegone finale, che se ci pensavi due minuti ci arrivavi da solo”.

5 pensieri riguardo “Primer”

    1. Questo è un caso particolare, ovvio. Quando serve lo schema in excell vuol dire che siamo già in un’altra fascia. Con questo film lo spiegone serve, ma dopo averlo visto, non all’interno del film

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