Ogni maledetto lunedì su due – Zerocalcare

coverbassaE’ uscito oggi (3 maggio) il nuovo libro di Zerocalcare, Ogni maledetto lunedì su due, anche se in alcune librerie si trovava già il 2 maggio e me lo sono accaparrato immediatamente. Una raccolta dei migliori skecth pubblicati sul suo blog negli ultimi tempi, più 50 pagine inedite che funzionano da raccordo per l’intero libro.

Parto con una grossa premessa: io adoro quest’uomo. Sarà per la vicinanza anagrafica (io 22 dicembre ’83, lui 12 dicembre ’83) che ci ha fatto crescere in maniera molto simile, perlomeno guardando la stessa roba in televisione, o sarà per il fatto che riesce sempre a trasmettere cose molte care alla nostra generazione, in più facendoci ridere come idioti. Le storie di Zero sono quelle che mentre le leggi, oltre a ridere, dici “m’è capitato pure a me due giorni fa”. Ho scoperto Zerocalcare questo inverno, quando una persona a me cara, mi ha regalato “Un polpo alla gola”, il secondo libro di Zero, dicendomi che aveva letto qualche suo fumetto in giro e credeva fosse il mio genere…beh, lo è di sicuro. Preso da una Zero-mania dissipatoria, la settimana dopo ho comprato il primo libro “La profezia dell’Armadillo”. Bellissimo, anche se devo dire non ai livelli del secondo, rimasto in cima alla mia scala di preferenze anche dopo questo terzo volume. La cosa che veramente piace, a me, dei fumetti di Zero però è che dietro tutte quelle risate, dietro quella quotidianità di un 30enne che non si riconosce come tale (come la maggior parte dei 30enni di oggi rispetto a quelli di 20 anni fa), dietro le frasi in romano e le battute su politica, programmi tv e personaggi inquietanti che popolano la sua come la nostra vita, Zero inserisce sempre quel qualcosa in più.

Quando lessi Un polpo alla gola risi come un’idiota da solo in camera mia per giorni, ogni pagina era una risata, un “uh quel cartone lo guardavo sempre anche io” o “è bello leggere un fumetto di chi ha vissuto un infanzia come la tua”. Ogni volta che ero a casa ne approfittavo per sfogliare il libro, pensando che fino alla fine avrei vissuto quel vortice di battute. Solo nelle ultime 3 o 4 pagine il lettore capisce che mentre te leggevi e ridevi, Zero intesseva una ragnatela vero la conclusione della storia. Una conclusione amara, amarissima, che (giuro) mi ha fatto sentire i brividi nelle braccia. Lì capisci che Zero racconta la vita vera, una vita in cui sarebbe bello poter ridere in eterno, ma che spesso fa piangere. Non so se lo scopo di Zero fosse quello (un giorno se non lo trovo accalcato dalla folla come al Romics glielo chiederò), ma quel finale mi ha commosso tantissimo, forse anche grazie alla sorpresa di vedere un the end del genere dopo centinaia di pagine di risate. Anche La profezia dell’Armadillo è un po’ così, anche se la storia risulta un po’ più spezzettata, invece del lineare Un polpo alla gola.

Nel primo libro di Zero facciamo la conoscenza del suo amico Armadillo, un compagno di viaggio costante che rappresenta una parte di se stesso, quella più svogliata e sedentaria, ma che alimenta previsioni basandosi su fatti illogici. In questo libro Zero parla di come il tempus fugit e non si riprende più. Il suo secondo lavoro è più incentrato sull’infanzia. Emblematica la frase di quarta di copertina “Nessuno guarisce dalla propria infanzia”. Questo terzo volume, invece, ci presenta delle storie frammentarie estrapolate dal blog, ma legate da una storia unica. L’elemento commozione è rappresentato dai sogni infranti contro il muro della realtà. Eccelsa la metafora della zattera costruita da chi lo ha sostenuto nella sua strada di fumettista, e che è costretto a riattoppare ogni due secondi perché qualche pezzo si stacca.

Come scrive Makkox nell’introduzione di La profezia dell’Armadillo: “Zerocalcare è genio stellare. Alla fine lo ami. Lo ami vuoi essere suo amico, che lo vai a trovare a casa col sacco a pelo, che quando l’incontri per strada lo saluti e lui ti saluta perché ti conosce, perché t’è Amico Tuo”. Se Michele dovesse capitare per sbaglio su questo blog cercando insulti contro le sue opere, troverà solo le parole Seiungrande!

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