Mood Indigo – La schiuma dei giorni

Mood-Indigo-Movie-TrailerIn questo periodo sto vedendo film a macchinetta proprio e mi è capitato tra le mani questa pellicola francese appena uscita. Partiamo da un presupposto che c’entra poco con il film: io i francesi li odio…non mi piace la loro lingua, non mi piace il loro Paese e non mi piace chi non è francese e vuole parlare francese…maledetti mangia cipolle a tradimento. Ok, dopo questo sfogo contro i francesi e il loro insostenibile vizio di parlare la loro lingua, diciamo che una cosa positiva la Francia ce l’ha: fanno cinema migliore del nostro…da sempre. Quando il cinema italiano era al suo apice con Fellini, Monicelli, Rossellini o Risi, in Francia avevano la cazzo di Nouvelle Vague, che è stata qualcosa di fantastico, con a capo François Truffaut. Oggi mentre noi facciamo uscire una commedia non divertente alla settimana, loro realizzano questo film molto sopra le righe e altrettanto delicato. Mentre da noi veniva prodotto Non ho sonno di uno stanco Dario Argento, loro facevano uscire un thriller con le contropalle come I fiumi di porpora.

Fatta questa premessa, diciamo che questo è il film più WTF che ho visto finora. L’inizio del film è qualcosa di allucinante. Quelle tipiche cose che ti fanno abbassare il sopracciglio e dire “ma che cazz…?”. Una stranezza su tutte? I fasci di luce che entrano dalle finestre sono fatti con la lana bianca. Entrati poi nel mood (appunto) del film, ci si gode la storia che, avverto, è molto, tanto, parecchio drammatica.
Il film è basato su un romanzo del 1947 di Boris Vian, considerato dalla critica il suo capolavoro. Vian riempe i suoi libri di neologismi e onomatopee, al pari di Anthony Burgess (Arancia Meccanica), ma a differenza di quest’ultimo li ambienta in un mondo totalmente folle e lontano dalla realtà. Il libro in questione è elogiato sia da Raymond Queneau che da Daniel Pennac, che descrivendo il libro ha detto che dovrebbe essere letto più volte nel corso degli anni “a diciotto anni prevale la griglia interpretativa della passione amorosa, a quaranta quella della critica sociale, a sessanta quella del pessimismo e della tragedia che tutto annulla”. Nel film di Michel Gondry appaiono tutti e tre questi stati d’animo mescolati insieme.

mood-indigo-trailer-01252013-113218Non vi sto a raccontare la trama perché 1) è un macello e 2) racchiude la bellezza e l’essenza del film e sinceramente non ho voglia di rovinarlo a chi non l’ha visto. Dico solo che la stranezza e la particolarità di tutto quello che appare nella pellicola, una volta interiorizzati durante la visione, appare come un’appropriata metafora per tutto quello che succede e il messaggio che si vuole donare al pubblico.
Protagonisti della pellicola sono Romain Duris (Arsenio Lupin), Audrey Tautou (Il meraviglioso mondo di Ameliè) e Omar Sy (Quasi amici). Praticamente, come accade da noi, anche in Francia hanno una manciata di attori che riciclano per qualsiasi produzione. Aggiungo, infine, che questa è la terza trasposizione cinematografica del libro di Vian. La prima, sempre francese, risale al 1968 ed era un po’ meno strana come realizzazione anche se…quando parlavano non si muovevano le labbra degli attori…tanto per dirne una. Nel 2001, invece, c’è stato un adattamento giapponese dal titolo Chloé, ma non sono riuscito a trovare neanche il trailer di questo film, quindi boh.

mood-indigo-2Conclusioni finali: il film è un’opera che va sicuramente vista, ma con il giusto spirito. Se cercate un film per passare una serata di relax è sconsigliato sia per la drammaticità sia per la realizzazione. Se volete un film ben realizzato, pieno di emozioni e non vi disturba dover attivare il cervello mentre guardate un film allora dovete vederlo e gustarvelo.

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